incesto
Tempi di quarantena Capitolo 4
di Kainman
04.08.2023 |
8.196 |
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"Fabo arrivò fino a baciargli il collo ormai muovendo solo più il bacino, poi tornò con il viso sul suo, sempre più vicino, fino ad appoggiare le labbra..."
Capitolo 4 “Lo avresti mai immaginato?” chiese Federico un pomeriggio dei giorni seguenti, uscendosene dal nulla come sempre.
“Cosa? Dei decreti?” chiese Fabo.
La tv era accesa e su TG24 avevano appena dato le notizie sui nuovi decreti in merito alle restrizioni anti covid.
“No no, parlo di noi, cioè siamo arrivati addirittura a scopare. L’avresti mai immaginato?”
“Ahhh, e fatti capire. Di scopare un uomo sì, anche se non trovo alcuna attrazione l’ho sempre messa come ipotesi probabile nella vita, d’altronde spesso mi va poco per farmelo rizzare ed il gioco è fatto. Ma che quell’uomo fosse mio fratello no…”
“Ah sì? Quindi avevi già avuto desideri al riguardo di farlo con un maschio?” chiese Federico
“No, non direi desideri, perché come ti ho detto non mi attirano i maschi, per ora almeno, un domani chissà. Ma in questo momento non ho fantasie fuori da qui.. E tu, l’avevi mai immaginato?” rispose Fabo
“Uhm, misto tra immaginato e desiderato, ma molti anni fa, agli albori della nostra adolescenza. Qualche desiderio l’avevo avuto ma bhe eri il maschio più vicino e che vedevo di più. Dopo di quel periodo non più”
“Ma dai sul serio? E che facevi, ti segavi pensando a me? ahahah!” chiese Fabo, ma il fratello fece scena muta, quindi continuò “E dai, mi pompi ogni giorno, puoi anche dirmelo se avevi fantasie anni fa!”
“Sì, sovente, ma non solo. A volte mi mettevo anche i tuoi slip dopo averli annusati, E qualche volta ti toccavi quando dormivi. Scusa” terminò Federico con la testa bassa
“Ma dai, non ci credo, mi prendi in giro. Sei sempre stato distante con me anche in quell’epoca non mi rivolgevi la parola quasi già alle medie, come poteva essere che eri attratto da me?” disse Fabo incredulo
“Eh appunto, perché cercavo di tenerti le distanze perché altrimenti avrei voluto farti qualcosa anche da sveglio, e la stessa cosa ho continuato a farla negli anni. Mi dispiace”
“Ci sarebbe andata una pandemia già nel 2010 allora, così partivamo già dall’adolescenza in questo modo e non ci saremmo staccati. Spero solo che quando, se, ne usciremo, continueremo così però” disse Fabo
“Nel senso che vuoi continuare a scopare e il resto quando ci apriranno?” chiese Federico
“No, no mi riferisco alla vicinanza che abbiamo adesso, spero non cambi” guardò la reazione del fratello e aggiunse “Cioè, non intendo che non possiamo continuare anche dopo. Ok che è solo uno sfogo per entrambi però…mi piace!”
“Chi lo sa” rispose Federico, ma la sua espressione era cambiata in un sorriso
“Adesso però voglio che mi racconti tutto cosa facevi quando dormivo o non vedevo” disse Fabo, e così, con un po’ di coraggio, iniziò a raccontare.
Gli disse delle prime volte in cui si era limitato ad annusargli le mutande quando se le cambiava, e di averle indossate spesso, una volta per un giorno intero dopo che le aveva tolte lui.
Gli raccontò che spesso la notte gli andava vicino e lo toccava, inizialmente da sopra i vestiti, ma poi notte dopo notte si avventurava di più nel suo intimo, fino a toccargli pisello e palle, tirandole anche fuori.
Lo annusava e a volte baciava sulla punta, ma sempre con un po’ di timore che si svegliasse. Dopo aver fatto le prime esperienze con l’allenatore, per un paio di volte glielo aveva anche provato a succhiare però rimaneva molle e quindi desisteva.
Più avanti nel tempo aveva iniziato a sentirsi attratto anche dal suo culo, e quindi quando poteva gli toccava anche quello. Una notte, preso dall’euforia e dall’eccitazione, si mise dietro di lui dopo avergli abbassato pigiama e slip e glielo mise tra le natiche, cercando di spingere un po’, come aveva visto fare in certi video, non aveva ancora avuto esperienze anali di persona.
“Oh brutto stronzetto! Volevi fottermi il culo mentre dormivo??” rispose sorpreso e quasi allibito Fabo
“No no! Cioè sì in quel momento avevo quel pensiero ma non l’avrei fatto, non sapevo quali conseguenze avresti avuto e in più sapevo che ti saresti svegliato e avevo paura. Da quella notte infatti decisi di staccarmi il più possibile da te” rispose Federico spiegandosi
“Quindi se quel giorno fossi riuscito a scoparmi, magari saresti diventato un grande Top anziché passivo!” disse Fabo
“Ahahah chi lo sa! Magari è stato proprio quel taglio del desiderio che mi ha marcato”
“E ti è rimasto questo desiderio negli anni?” chiese Fabo
“Sì, te l’ho detto, a volte mi piace anche fare l’attivo e mi capita spesso di farlo”
“No, non con gli altri, intendo di me, ti è rimasto il desiderio del mio culo? O solo del pisellone?”
“Ahhh…eh, boh non saprei…forse… ma non te lo butto dentro stanotte, tranquillo…” rispose Federico
“Sapessi che non mi fai male e ne hai desiderio, non è che ti direi no per preconcetto perché come direbbe qualcuno. Sbatterti a pecora come l’altro ieri non mi fa certo più etero. Ma se penso che mi fa male non so…” rispose Fabo
“Ma figurati, tranquillo mica voglio farlo, è solo il pensiero…”
“Però dimmi” disse abbassandosi i pantaloni mostrandogli il rotondeggiante culo nudo “Ti piace ancora un pochino?”
“Ahahah! Direi molto più di un pochino! Che morbidezza” disse palpandolo con le mani “È rimasto tondo e morbido come era dieci anni fa. Con qualche peletto in più”
“Se non me lo rompi, puoi usare anche lui, puoi anche appoggiarlo come facevi quelle notti” disse Fabo, sedendosi in questo modo sulle gambe di Federico, che era seduto sul letto
“Mi merito queste gentilezze? Io sono sempre stato stronzo con te”
“Sei mio fratello, certo che le meriti, e poi tu in cambio mi lasci montarti come un cagnolino come ho fatto due notti fa…direi che è un buon compromesso. Penso che non ti dispiaccia, comunque, sento che qualcosa si muove qui sotto” disse Fabo
Si girò, si ricompose e glielo tirò fuori dai pantaloni, già bello innalzato, e gli disse “Fede, sai, come per quello che dicevo prima del culo, mi incuriosirebbe prenderlo in bocca, alla fine la sborra non mi faceva schifo, però ho paura che sappia di cazzo…”
“Beh, sai, lo è… se mangi un peperone sa di peperone, se mangi un…ohhh” esclamò interrompendosi Federico quando, fermandosi sulla punta, Fabo lo prese in bocca e così rimase qualche secondo
“Uhm…un po’, un pochetto sì. Però mi aspettavo mooolto peggio!”
“Ma cosa fai? Non devi per forza ricambiare, a te non piace” disse Federico
“Ma voglio provare, quindi mi va. Ah ma aspetta, magari è a te che non va, scusa non ti ho chiesto” disse staccandosi un po’
“No, no, non è questo, mi fa piacere se vuoi provare ma non farlo per for…ohhh” tornò a interrompersi quando Fabo lo riprese in bocca muovendo un po’ la lingua.
Non era certo un prodigio a pompare, forse era quasi un pelo fastidioso perché succhiava troppo duramente, ma la situazione eccitò moltissimo Federico che trasformò ogni possibile fastidio in piacere.
“Ci sono quasi, togliti se non vuoi” gli disse dopo qualche minuto, così Fabo mollò la presa con la bocca e continuò a segarlo, rimanendo davanti a lui. In una manciata di secondi molti schizzi volarono ovunque, compreso sui suoi vestiti e la sua faccia.
Fabo tornò con la bocca a leccare e succhiare la punta e poi si alzò in piedi ridendo, cosa che fece anche Federico che disse “Non ci posso credere. Ok, ammetto che questa neanche nelle mie fantasie adolescenziali potevo immaginarmela!”
Da quel giorno in avanti almeno una volta al giorno il contenuto delle palle di Fabo finiva dentro il fratello, che fosse per bocca o per culo, sempre dentro andava.
Normalmente quando lo scopava, Federico si metteva sempre a pecorina oppure Fabo su di lui sdraiato nel letto, o ancora di fianco.
Comunque, mai prima di quel pomeriggio, in cui erano da soli a casa, lo avevano fatto guardandosi in faccia direttamente.
Ma quel giorno, senza preavviso, Fabo gli salì sopra mentre era sdraiato sul letto guardando la tv ed iniziò a spogliarlo, mentre denudava anche a se stesso.
Dopo quel giorno della prima pompa non glielo aveva più preso in bocca, solo segato, in quel momento dopo averlo spogliato, ancora da molle glielo baciò e lo mise in bocca leccando un po’
“Voglioso oggi?” chiese Federico dopo un po’ ridacchiando
“Sempre, ma tu mi hai fatto peggiorare” disse Fabo staccandosi dal pisello del fratello che stava iniziando a prendere vigore
Si allungò su di lui, ricoprendolo per tutta la lunghezza, essendo alti esattamente uguali. Spostò un po’ la testa mettendola al suo fianco mentre si appoggiava sul suo petto possente, ed iniziò a baciargli il collo e le orecchie.
Subito Federico ebbe un brivido di piacere e strinse Fabo con le braccia, per poi spostare le mani sul culo ed accarezzarlo. Quando però Fabo si alzò leggermente e dal collo scese a mordicchiargli un capezzolo, emise un grido e strinse le chiappe che aveva tra le mani.
Fabo si stava già eccitando dando piacere al fratello, ma quel gesto lo mise in subbuglio e subito gli si rizzò sfregando contro quello di Federico.
Anche se normalmente si sarebbe girato di schiena, in quel momento alzò le gambe e le mise intorno a Fabo, che non esitò ad avvicinare il cazzo eretto al suo buco voglioso.
In un attimo già gli fu dentro ed iniziò a pompare come piaceva ad entrambi, ma in quel momento Federico sembrava godere ancora di più del solito, e di conseguenza anche Fabo, che gli fece piegare sempre di più le gambe fino a quasi sdraiarsi su di lui.
Era appunto la prima volta che si guardavano in faccia in quei momenti, ed in quel momento i loro visi si trovavano a una spanna di distanza. Entrambi si misero a ridacchiare, mentre sentivano l’alito ansimante dell’altro. Fabo arrivò fino a baciargli il collo ormai muovendo solo più il bacino, poi tornò con il viso sul suo, sempre più vicino, fino ad appoggiare le labbra.
Entrambi avevano gli occhi chiusi con le labbra a contatto, quando Fabo aumentò il ritmo Federico le dischiuse per gemere, e lo stesso fece lui. Da lì in un attimo le lingue si toccarono, prima dolcemente, poi si mossero in modo più deciso.
Fabo pompava sempre più deciso mentre le loro lingue danzavano tra di loro allo stesso ritmo.
Le mani di Federico, che prima passavano dalla schiena al culo di Fabo stringendolo, ora si soffermavano sulla sua testa, come a non volerlo far staccare, ma Fabo non ne aveva intenzione.
Nell’ultima manciata di secondi sembrava che Fabo dovesse entrargli dentro con anche le palle tanto andava a fondo, mentre Federico urlò letteralmente di piacere, stringendogli fortissimo le natiche ormai rosse.
Questo diede a Fabo una spinta di piacere ancora maggiore, che lo fece sborrare forse più forte che mai dentro di lui
“Assassino! volevi farmi morire oggi?” disse Federico mentre Fabo, senza forze come lui, si coricava al suo lato
Rimasero così senza parlare per una buona mezzora, con la tv accesa, finché Federico disse “Se ti dico una cosa non ti monti la testa? Ho goduto così pochissime volte in vita mia”
“Io non riesco a ricordarmi da quando non mi succedeva. Io ti ho fatto morire ma mi hai distrutto le chiappe. Ma mi piaceva un sacco quando lo facevi!” rispose Fabo
“E il resto che abbiamo fatto non ti disturba?” chiese Federico
“Sul limonarsi? Perché dovrebbe disturbarmi, perché hai il pisello o perché sei mio fratello? La rima non era voluta” chiese lui
“Entrambe”
“Sul perché sei maschio non mi urta come ti ho detto, sul fatto che siamo fratelli non la vedo diversa dal resto delle cose, anzi, in questo momento non bacerei nessun uomo là fuori, ma se non avessi voluto farlo non ti avrei limonato mezz'ora!"
“Menomale, perché mi è piaciuto anche quello, mi mancava un po’...”
“Anzi, per dimostrarti quanto sono ancora molto etero, abbracciami un po’ e chiudimi tra le tue braccia e i tuoi pettorali da maschione” disse ridendo e dandogli la schiena
Rimasero in quella posizione per una decina di minuti guardando la tv finché Fabo, muovendo un po’ il culo contro le parti basse di Federico, gli disse “Massaggialo un po’, prima l’hai trattato male, fagli un massaggino”
Federico portò le mani verso il basso ed iniziò a muoverle dolcemente sul culo ancora arrossato da prima, ma per niente dolorante. Neanche da sottolinearlo, entro meno di un minuto già era eccitato e mentre continuava a massaggiarlo automaticamente anche il suo cazzo faceva lo stesso.
“Fammi sentire come avevi fatto quelle notti di 10 anni fa. Ti assicuro che adesso non reagisco male” disse Fabo
“Va bene. Tu dormivi sul fianco ed io mi misi così e passai in questo modo” disse ed iniziò a muoverlo tra le natiche toccando ogni tanto il buchetto con la punta
“Lo avevi quasi messo dentro allora?” chiese Fabo
“Le prime volte no, poi dopo un bel po’ di notti che provavo una volta è entrata un po’ la punta, cioè più che la punta direi mezzo in lunghezza, e mi sono preso paura”
“Come dopo un bel po’ di notti?? Avevo capito solo una volta” disse Fabo voltandosi di scatto
“Scusa, non mi osavo dirti tutto. No, ho fatto questa cosa non so per quanto tempo, credo un mese almeno. Una volta ti ero anche venuto, con quel poco di sborra che facevo, sul buchetto e poi avevo cercato di pulire ma ti eri mosso ed eri rimasto così.
Però dopo quella volta che era entrata la punta mi ero spaventato troppo e non ti ho mai più neanche toccato, fino a quando sai. Ora ti ho detto tutto.”
“Ma dai come ho fatto a non svegliarmi quando è entrato un po’? Bastardello quindi mi hai quasi sverginato il culo a 15 anni!” rispose Fabo
“Scusami, davvero, sono stato un cattivo fratello per tutto”
“No, non sono d’accordo. E comunque, adesso è ora che finisci quello che avevi iniziato. Non adesso, ma a questo punto devi finire di metterlo dentro tutto, non sopporto le cose fatte a metà. E devi fare in modo che non sia troppo doloroso”
“Stai scherzando? Vuoi che te lo metta dentro? Ma lo sai che cosa ho tra le gambe, ti distruggo!”
“Finché Conte non ci lascia uscire non ho altri impegni, tu devi trovare il modo di finire il tuo lavoro senza farmi avere troppo male. Sai che odio le cose non finite, quindi per farti perdonare lo devi fare”
“Mhhh ok ci proverò” rispose Federico poco fiducioso, ma non si trattava di farlo in quel momento quindi si limitò a tenere stretto il fratello a sé.
Il mattino seguente Fabo si svegliò con la bocca di Federico attaccata al suo pisello, che iniziava a essere un po’ duro
“Buongiorno! Voglia di colazione?” chiese ridacchiando
“Sì, tu continua a dormire” rispose Federico
“Ma ti piace di prima mattina? Non ha un saporaccio?” chiese Fabo
“Non sa mai male, sa solo di cazzo e mi piace” rispose lui continuando a succhiare
Fabo si sporse un po’ abbassando i boxer di Federico che erano a sua portata e glielo prese in bocca, ma mollò subito la presa dicendo “No, mi dispiace, io non riesco” al contrario del fratello quel sapore non lo entusiasmava, però lo prese in mano ed iniziò a segarlo.
Nel giro di qualche minuto di pompa gli sborrò in bocca, quindi lo prese quasi di peso e lo fece mettere in ginocchio su di lui mentre continuava a segarlo fino a quando lo fece venire sulla sua pancia. Qualche secondo più tardi gli cadde praticamente addosso, sulla propria sborra, e rimasero così per una buona mezzora prima di ripulirsi.
Il mattino successivo la sveglia di Fabo fu differente. Si ritrovò con i boxer abbassati e Federico dietro di lui che strofinava il suo cazzo duro tra le sue natiche
“Buongiorno” gli disse, ma Federico non rispose e continuò a fare quel lavoro, come se non si fosse svegliato.
Fabo capì che stava imitando quello che faceva 10 anni prima e rimase al gioco senza dire nulla. Federico continuò a strofinarlo dando delle piccole spinte contro il buco ma senza forzare.
Nel pomeriggio, in cui erano da soli a casa, senza dire nulla Federico gli si avvicinò e lo spogliò, cioé gli tolse boxer e maglietta, dato che il caldo di fine maggio permetteva loro quell’abbigliamento.
Lui già era svestito, senza che Fabo se ne accorgesse, ed era in tiro. Gli si mise da dietro, come quella mattina, ed iniziò a stringerlo in un abbraccio, spingendo il cazzo contro la parte esterna del suo culo ripetutamente.
Con entrambe le mani, mentre lo abbracciava, stuzzicava con piccoli pizzicotti entrambi i capezzoli, alternando, ed in breve anche Fabo si eccitò.
Mentre gli baciava il collo e le orecchie, provocando la stessa reazione che dava a lui, gli spostò in avanti la gamba sinistra piegata lasciando più esposto il buco del culo.
Mentre con una mano continuava a stuzzicargli il petto, con l’altra sporcò il buco con dell’olio lubrificante e riprese a strofinare contro la cappella. Quando lo faceva notava che anche Fabo tremava di piacere.
Mentre continuava ad accarezzarlo e a baciargli collo e orecchio, dava delle piccole spinte non forti contro l’ano, per poi ritirarsi indietro. Lo strinse forte a sé in un abbraccio per poi lasciarlo andare, dolcemente accarezzandolo.
Si mise altro lubrificante solo sulla punta ed iniziò a spingere ma senza indietreggiare.
Fabo sentì una forte pressione strana verso l’interno, più tardi la descrisse “come quando sei stitico e non riesci a cagare”. Poi di colpo un forte bruciore e la sensazione di qualcosa fermo alla fine del culo. “E’ entrata la testa, come allora” disse Federico
“Fa male, fa male!” disse Fabo
“Lo so, oggi non entro di più di così” disse, e si sfilò, per poi rimettere di nuovo la cappella dentro, con Fabo che diceva “Brucia Brucia!”
Ripeté questa operazione per qualche altra volta, rimanendo dentro sempre per maggiore tempo, finché smise ed uscì dalla stanza. Tornò con un asciugamano bagnato e freddo di frigo, glielo mise al culo e disse “Ecco, adesso tieni questo per un po’ ti passerà il bruciore in un attimo”. Ed era vero, già dopo pochi minuti non sentiva più nulla, Federico sembrava un esperto in quello.
Rimasero entrambi nudi ognuno nel suo letto, guardando serie tv, fino a quando un paio d’ore più tardi Fabo si alzò per andare a bere e quando tornò andò all’altro letto, lo fece girare a pancia in giù e senza dire niente glielo mise dentro bagnandolo con la propria saliva.
A Federico bastò alzare leggermente il bacino per farlo entrare facilmente, e farsi scopare in modo spinto come piaceva ad entrambi. Quando dopo qualche minuto venne dentro di lui, Fabo rimase in posizione, coricato sul suo corpo, lasciando che il cazzo gli uscisse da solo una volta afflosciato.
Il pomeriggio successivo, nello stesso orario, Federico ripeté le operazioni del giorno precedente, ma questa volta non si fermò alla cappella, andò dentro fino a quasi metà. Fabo non si lamentò più molto, ma lui lo sentiva parecchio teso, e quindi si limitò a quello, facendo però qualche avanti e indietro per quella lunghezza, limitando molto la velocità, finché capì che lui non sopportava più, quindi gli portò di nuovo il panno freddo di frigo.
La stessa cosa la fece il giorno ancora successivo, più o meno per la stessa lunghezza. Dopo 4 giorni si azzardò ad andare fino in fondo, a velocità molto limitata, e Fabo urlò come un guaito di un cane. “Fabo, è tutto dentro questa volta” gli disse all’orecchio senza uscire
“Lo so! Cazzo è nello stomaco fa male! Fa male!”
“Devi resistere ancora un po’, faccio piano e per poco, ok?”
“Fa tanto male Fede!” disse lui, ma non gli chiese di togliersi, sapeva che glielo aveva chiesto lui di farlo, e che Federico sapeva quello che faceva
Lo tirò fuori di poco per poi rimetterlo dentro, per diverse volte, fino a quando capì che non resisteva proprio più, quindi lo fece riposare come al solito.
Normalmente ormai lo pompava o Fabo lo scopava anche con i genitori a casa, perché in quel caso sapevano trattenere i gemiti o urli, mentre per questo Federico aspettava sempre che fossero soli.
Cosicché il primo giorno utile fu una sera di 6 giorni più tardi, quando ripeté la storia ma questa volta, anche se andando ad un ritmo non deciso, continuò per molto tempo e capì che non sentiva più quasi dolore, anche se ad un certo punto gli disse di sentirsi troppo pieno quindi uscì segandosi davanti al suo buco. Pochi secondi prima di venire, però, senza dirglielo prima glielo spinse di nuovo dentro fino in fondo e, con altri due colpi venne dentro di lui, che per la prima volta poté sentire cosa volesse dire, e fu scosso da mille brividi “Adesso così non hai più da odiare la cosa non finita, completamente sverginato!” disse Federico dandogli un bacio sulla bocca.
Segue…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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